ROSA capitolo 1


 Mi trovai distesa sul letto ancora semivestita, la testa mi faceva male ed io non  ricordavo niente della serata precedente. Cosa era successo?

Mi alzai con molta fatica dal letto e vidi che un orologio era stato dimenticato sul comodino, ma io non ricordavo.

Tutta assonnata e un pò barcollante andai in bagno, mi specchiai e vidi nel mio volto i segni di chi aveva bevuto e passata una notte brava. Mi sciacquai il viso con acqua fresca che mi fece provare una sensazione di benessere. Delle volte anche piccoli gesti possono fare la differenza.

Mi spogliai lasciando cadere gli abiti per terra ed infilai sotto la doccia. 

Lascai scorrere l acqua con un getto forte, come se mi volessi purificare da qualcosa o levarmi di dosso il profumo di qualcuno. Mentre l acqua mi batteva sulla testa e sulle spalle, pensai a quanto ero fortunata ad essere una bella donna ed ammirata da tutti. Pensai al mio appartamento, un bel attico proprio in centro, alla mia carriera che mi permetteva un tenore di vita piuttosto sopra la media. Ma l unico campo di cui non andavo fiera erano gli uomini. O incontravo gli approfittatori di una scopata e via, gli adulatori che al primo incontro ti promettevano che ti avrebbero sposata, gli anaffettivi, ed infine i narcisisti che con il loro fascino e savoir-faire ti irretiscono nella loro tana. Io ero della categoria che attiravo proprio questi.

Ogni volta ci cascavo anche se mi ero promessa di stare più attenta. 

Mentre l acqua scendeva sempre più calda, mi tornò improvvisamente tutto in mente.

Era venuto a prendermi verso le 19, con la sua Maserati rosso fuoco e gli interni di pelle color panna, indossava un completo color carta da zucchero, camicia bianca, cravatta blu scuro e dei piccoli rubini che spuntavano dai polsini della camicia. Ci conoscemmo una settimana prima al caffè più sciccoso nel mio quartiere ed anche più romantico e vecchio stile. Era seduto davanti a me e sorseggiava il suo martini bianco con grande eleganza. Il telefonino e le chiavi della macchina adagiati in bella vista sul tavolino. Lui non mi rivolgeva nemmeno uno sguardo, ma io mi sentivo lo stesso osservata. Mentre bevevo il mio bicchiere di vino bianco, ed ero immersa nelle problematiche del lavoro, il mio sguardo incrociò il suo. Ci guardammo lungamente ed io ebbi come la sensazione di una connessione, come di essere  riconosciuta e rimasi in una sorta di sospensione e perdita del senso del tempo.

Poi il rumore improvviso di un bicchiere che cadeva per terra, mi distolse.

Mi passò vicino e lasciò sul mio tavolino un biglietto da visita, con scritto a penna CHIAMAMI. 



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